In piena Pavia, la banda del "Marsigliese" ha effettuato con successo una grossa rapina, lasciando per terra, tra l'altro, il cadavere di un poliziotto. Nonostante le ostilità nei sui confronti da parte dell'ispettore Calò, che non ne approva i metodi troppo drastici, si immerge nelle indagini Tomas Ravelli, agente già da tempo trasferito presso l'Interpol. Il duro poliziotto da cinque anni attende di poter vendicare la morte della moglie, avvenuta solo un anno dopo il matrimonio, a Marsiglia, nel corso di una analoga rapina ad una banca. Con l'aiuto del fedele brigadiere Lavagni, messo alla sua ruota da Calò per controllarlo, Tomas ben presto mette alle corte il Marsigliese che è effettivamente l'assassino della moglie del poliziotto. La piccola banda, non appena iniziano le difficoltà, si frantuma e perde diversi uomini. Seguendo la pista dei cadaveri e delle diverse battaglie a mano armata, il Ravelli costringe il Marsigliese a precipitare la fuga verso il Po ove lo attende il Mizar, un tunisino. Raggiunto l'avversario, per meglio consumare la propria vendetta, Ravelli butta la tessera di poliziotto e spara sul brigante che ha già abbandonato l'arma omicida ed ha alzato le mano per arrendersi.