Nel 1800 il bandito Manoel, chiamato Cobra Verde, molto temuto nei villaggi messicani, viene assunto in Brasile dal colonnello Octavio Coutinho, che lo mette a dirigere, nelle sue piantagioni, la lavorazione della canna da zucchero, della quale possiede la più grande produzione di tutto il paese. Poichè Manoel è intelligente e capace di farsi ubbidire dagli schiavi, il colonnello lo prende a ben volere e lo ospita in casa sua, ma egli gli seduce tutte e tre le figlie, che restano incinte. Coutinho, furibondo, cerca la maniera di vendicarsi, giacchè non sono possibili le nozze riparatrici e decide di mandare Manoel in Africa per riattivare la tratta degli schiavi, cessata da parecchi anni, per la follia del re Leopardo. E' un modo sicuro di far uccidere il colpevole, fidando nell'odio del re per tutti gli stranieri. Manoel giunge dunque da solo in Africa, a Elmine, e viene accolto bene dalla popolazione; sembra che il commercio degli schiavi riprenda regolarmente, ma improvvisamente il folle re Leopardo condanna ingiustamente Manoel a morte. Mentre questi attende l'esecuzione, il nipote del monarca (unico legittimo pretendente al trono), a causa della pazzia dello zio si mette a capo di una insurrezione per impadronirsi della corona e libera il prigioniero, a patto che egli accetti di addestrare un esercito di amazzoni per mandarle a combattere contro il re. Manoel acconsente, ma chiede in cambio nuovi schiavi. Le coraggiose guerriere attaccano il villaggio e Leopardo si ritira sconfitto. Il commercio degli schiavi riprende, ma improvvisamente il colonnello Coutinho e i suoi soci non spediscono più dal Brasile le armi promesse come merce di scambio. Cobra Verde, che era stato nominato vicerè e viveva in una antica fortezza restaurata per lui dalla popolazione, vede il suo successo annullato in un baleno: tutto ciò che aveva conquistato gli viene tolto. E' disperato, sente pesare su di sé la maledizione dello sporco commercio svolto, e tenta invano di fuggire dal paese, ma è di nuovo solo e i suoi sforzi sono vani.