L'agente John McClane giunge da New York a Los Angeles dove pensa di passare il Natale con la moglie Holly e le due bambine. Pur separati, i due coniugi si vogliono ancora bene: lei dirigente della Nakatomi lo ha invitato, e un'automobile guidata da Argyle ha prelevato McClane all'aeroporto per condurlo nella sede della società. Qui in uno splendido grattacielo di cemento e cristallo, deserto in ogni suo piano data la solennità natalizia, la Nakatomi ha riunito il personale per gli auguri. Ma questo è anche il momento prescelto da una banda di terroristi (per lo più tedeschi), efficienti ed armati, che si impadroniscono del grattacielo, sequestrano una quarantina di persone e, sempre agli ordini del loro spietato capo Hans Gruber, richiedono alle Autorità sgomente la liberazione entro due ore in tutti i paesi del mondo dei rivoluzionari detenuti nelle varie prigioni di Stato. In realtà l'obiettivo è un altro e molto meno ideologico: l'attacco al forziere del superblindato caveau della Nakatomi per rapinare 650 milioni di dollari. McClane a piedi nudi e in canottiera (si trovava in bagno per cambiarsi), in un primo momento armato solo della sua rivoltella, poi del mitragliatore del primo terrorista che è riuscito ad eliminare, si trova coinvolto nella lotta contro i banditi. Su e giù per condotti di aerazione o gabbie di ascensore, torturato dai frammenti dei vetri andati in pezzi e braccato dagli accoliti di Gruber (decisi a recuperare i detonatori che McClane ha tolto a uno di loro), John tenta di snidare ad uno ad uno gli avversari. Lo aiuta e conforta il colloquiare, grazie alla ricetrasmittente, con il sergente di colore Al Powell che è fuori dell'edificio, impotente ad intervenire (tutti gli accessi sono bloccati), mentre polizia metropolitana, tecnici municipali e agenti dell'F.B.I. si scontrano tra loro rivendicando competenze per il salvataggio degli ostaggi. Frattanto i banditi, riusciti a superare tutti gli ostacoli opposti all'apertura del forziere e dopo aver minato il grande terrazzo del grattacielo, dove dovrebbero atterrare gli elicotteri di salvataggio, si accingono a fuggire. Mentre McClane (che l'F.B.I. tra l'altro scambia per uno dei terroristi), riesce a far sgombrare gli ostaggi pochi secondi prima che l'attico salti in aria, nel sottosuolo l'autista Argyle (che al sicuro ha pazientemente atteso la chiamata dell'agente per portargli il bagaglio), ormai al corrente degli avvenimenti, lancia la propria automobile contro l'autofurgone dei banditi, carico di dollari. Eliminati i terroristi, McClane abbraccia la moglie e scambia con il sergente Powell e con l'autista gli auguri di Buon Natale.