Mario Cioni è un sottoproletario, prigioniero della figura della mamma dalla quale non riesce a staccarsi (quasicché fosse in preda a complesso edipico) e schiavo di una società miserabile dalla quale subisce modelli di comportamento, sfruttamenti e ideologie. Le sue ribellioni sono soltanto verbali e non redimono le sue molte inibizioni e frustrazioni. Anche il sesso, onnipresente nel suo linguaggio e nelle sue fantasie è una sorta di inutile rivalsa: quando Marte ed Ester gli danno un passaggio e dimostrano di essere due ragazze emancipate e pressoché "a portata di mano", il Cioni usa timidamente il "lei" e tutto finisce lì. I compagni alla balera gli fanno lo scherzo di chiamarlo a casa per la morte della madre e lui rimane folgorato. A causa di un debito di gioco, l'amico Puzzone pretende fare l'amore con la madre: nasce l'affiatamento, forse l'amore. Mario recalcitra, ma forse accetta la nuova realtà.