Daniel Balint (detto Danny) è un ragazzo ebreo di New York infatuatosi dell'antisemitismo. Per questo motivo aderisce ad un gruppo neonazista, guidato da Lina Moebius e dal suo compagno Curtis su invito dei quali comincia a tenere conferenze e lezioni tra la gente. L'avversione di Danny verso gli ebrei, che nasce dalla sua adolescenziale ribellione verso la figura del Dio padre, finisce così per esplicarsi in forme di efferata violenza. Danny però deve fare i conti con le proprie origini ebraiche, alle quali è indissolubilmente legato. L'odio per gli ebrei lo porta ad essere con frequenza a contatto con le comunità giudaiche del quartiere e quindi, paradossalmente, ciò lo fa riavvicinare alla sua gente. Anche Carla Moebius, figlia di Lina e amante di Danny, finisce con l'appassionarsi alla lingua e alla cultura ebraica. Il ragazzo arriva a sostenere che, per eliminare definitivamente gli ebrei, bisogna amarli perché essi riescono a sopravvivere proprio grazie alle persecuzioni a seguito delle quali rinascono sempre vittoriosi. La contraddizione interiore di Danny diventa tuttavia diventa sempre più lacerante. Un giorno si decide a mettere una bomba nella sinagoga ma, nell'imminenza dello scoppio, invita tutti presenti riuniti in preghiera a scappare. Lui solo rimane, e aspetta il momento fatale. Ecco Danny, alla fine, che con ansia sale le scale di un palazzo in attesa di arrivare a toccare il cielo e Dio.