Francia, 1766, durante il regno di Luigi XV. I contadini della regione di Gévaudan sono in preda al terrore. Nelle campagne avvolte dalla nebbia una bestia si aggira infuriata. Uccide donne e bambini e le fa a pezzi. Si organizzano squadre per seguire le sue tracce, ma tutto sembra inutile. Il re, sempre più preoccupato, invia sul posto Gregoire de Fronsac, scienziato illuminista e studioso di omicidi. Gregoire, accompagnato da Mani, un indiano taciturno e atletico, comincia a girare, a far domande, a chiedere informazioni. Molti tacciono, ad aiutarlo ci sono il giovane marchese d'Apcher, aristocratico illuminista, Sylvia, cortigiana di origine italiana, e Marianne, la ragazza di cui Fronsac si è innamorato. Proprio durante un incontro tra i due a casa della balia di Marianne, la bestia fa irruzione e, attraverso mosse impreviste, mette Fronsac in grado di capire che si tratta di un leone con una spessa corazza sopra che agisce per ordine di un misterioso personaggio. Nelle ricerche successive, Mani muore, colpito da un proiettile che utilizza solo Jean-François de Morangias, conte di Moncan. Alla ricerca del conte, Fronsac viene arrestato, Sylvia va a trovarlo e, con il veleno, lo elimina. Prima gli ha raccontato che la Bestia, animale portato dall'Africa, é uno strumento di cui si serve la Setta dei Lupi con a capo il locale curato Sardis e Jean Francois per tenere sotto terrore e superstizione il popolo e prolungare il potere temporale dei religiosi minacciato dai nuovi illuministi. Intanto Jean Francois cerca di possedere Marianne con la violenza, anche dopo aver saputo che si tratta di sua sorella. Marianne dovrebbe essere eliminata ma, durante la cerimonia della Loggia del potere, arriva Fronsac, che non era morto, perché Sylvia è in realtà un agente del re. Moncan e la belva sono eliminati. Fronsac e Marianne, partono insieme per l'Africa, e il marchese d'Apcher ha il compito di raccontare anni dopo questa vicenda, proprio mentre infuria il terrore rivoluzionario.