Il sergente William T. Santiago, un marine della base americana di Guantanamo, muore nel corso di un'azione "disciplinare" non ufficiale, ad opera del sergente Louden Downey e del caporale Harold W. Dawson, detta in gergo "Codice rosso". L'inchiesta è affidata al giovane tenente di marina Daniel Kaffee, coadiuvato dal capitano della Commissione disciplinare Joanne Galloway, una donna graziosa e volitiva, e da un amico di Kaffee, il capitano Jack Ross. Nel corso del processo e delle febbrili indagini parallele si scopre che Santiago era malvisto da compagni e superiori per le sue scarse doti di combattente. Inoltre aveva scritto, scavalcando i suoi superiori, per essere trasferito, promettendo rivelazioni su un incidente alle recinzioni, in cui era coinvolto Downey. Risulta poi che il comandante Nathan R. Jessep, contattato precedentemente a Cuba, ha mentito almeno su due punti: non ha ordinato mai il trasferimento di Santiago con il volo delle sei antimeridiane come dichiarato, ed anzi ha fatto sparire i piani di un volo notturno con la stessa destinazione che avrebbe salvato Santiago. L'unico che potrebbe far luce sui fatti, il vice di Jessep Matthew Markinson, è introvabile. Ma costui appare all'improvviso e informa confidenzialmente Kaffee che è stato Jessep a trattenere Santiago ed a far sparire i piani di volo. Nascosto in un Motel, dovrebbe apparire al processo ed accusare il superiore: ma non regge alla tensione e si suicida. Nel dibattimento conclusivo, facendo entrare due avieri come presunti piloti del volo cancellato e provocando Jessep, Kaffee riesce a fargli ammettere di aver ordinato il famigerato "Codice rosso". Downey e Dawson vengono così scagionati dalla volontarietà del reato ma radiati dal corpo, mentre Jessep viene arrestato.