E' l'estate del 1965 e Peter Joseph, detto Peejoe, adolescente in una sperduta cittadina dell'Alabama, si trova a vivere da vicino alcune situazioni che lo portano verso l'età adulta. La zia Lucille, madre di sei figli, si è liberata del marito violento e manesco, decapitandolo; poi ha chiuso la testa in un cappelliera ed ora è decisa a partire per Hollywood per diventare una stella della televisione. Nella cittadina ci sono anche lo zio di Peejoe, Dove Bullis, impresario di pompe funebri, e John Doggett, lo sceriffo, che reprime ogni manifestazione degli abitanti di colore della zona. Le due situazioni, quella privata di Lucille e quella sociale verso i 'neri', procedono di pari passo, e Peejoe assiste al crearsi e al crescere di chiacchiere, pettegolezzi, menzogne su entrambi i fronti. Piano piano il ragazzino si fa coraggio: un suo coetaneo nero viene ucciso, lo sceriffo fa passare il tutto per un incidente, Peejoe sa che invece è lui il colpevole. Intanto ad Hollywood Lucille ottiene qualche successo, ma il mandato di cattura per l'omicidio del marito la insegue e infine la raggiunge. Si celebra il processo, e, dopo la sfilata dei testimoni, la giuria emana il verdetto di colpevolezza per omicidio di 1° grado. Il giudice Mead a questo punto fa arrestare lo sceriffo Doggett per violazione dei diritti umani, poi riflette ad alta voce sul caso della donna. Decide quindi che la pena per Lucille è quella di passare cinque anni in cura psichiatrica, e che può considerarsi libera. Peejoe tira le conclusioni sulle cose imparate in quella estate così importante, mentre la macchina con Lucille sfreccia veloce nel deserto.