Quando uscì nel 1972, Un tranquillo weekend di paura venne definito un film “polemico”. Innanzitutto nei confronti del mito della natura e del recupero di un mondo selvaggio, celebrato da tanta letteratura americana. In secondo luogo, nei confronti della violenza della provincia americana. Quattro uomini decidono di discendere il fiume Chattooga, che scorre tra i Monti Appalachi e attraversano così un’America profonda, distante anni luce dalla confortevole quotidianità della città in cui vivono. È Lewis (Burt Reynolds) a convincere gli altri tre a provare questa esperienza. Una diga sarà eretta alla sorgente del fiume e questo si prosciugherà, apportando un profondo mutamento al paesaggio: è quindi l’ultima occasione per vedere e “respirare” un’America selvaggia e ancora incontaminata dalla modernizzazione. Il mito naturalistico del “buon selvaggio” di Lewis si infrangerà contro la cruda realtà: questo mondo apparentemente puro nasconde una durezza inaspettata. La “vacanza” si trasforma in un incubo, quando due membri del quartetto – il paffuto Bobby (Ned Beatty) e il tranquillo Ed (John Voight) – vengono fermati da due loschi cacciatori, armati di cattive intenzioni: Ed, legato ad un albero e sotto il tiro di un fucile, deve assistere alle atroci violenze subite da Bobby. Le cose sembrano andare verso il peggio, quando entrano in scena gli altri due amici, Lewis e Drew (Ronnie Cox). Lewis, abile arciere, uccide uno dei due cacciatori, mentre l’altro scappa. I quattro, terrorizzati dall’accaduto e timorosi di finire sotto il maglio di una faziosa giustizia locale, decidono di occultare il cadavere e proseguire il viaggio. Le cose non sono così semplici, però, e il destino si getterà al loro inseguimento. L’estremo realismo della situazione rende questo film memorabile. La disavventura di cui il quartetto è protagonista viene messa in scena senza espedienti estetici: lo sfondo sonoro è costituito semplicemente dai rumori della natura, una quiete che fa da drammatica cornice all’incubo che i quattro uomini stanno vivendo. In DVD, Un tranquillo weekend di paura conquista l’”immortalità digitale”, ma non viene arricchito da alcun extra. Il disco offre infatti il classico accesso alle scene, un parco audio relegato a tre lingue (inglese, francese e italiano) ed un ricco parco sottotitoli, nel quale è fortunatamente presente l’italiano anche per non udenti