Doveristico, edificante e predicatorio, il film è senz'altro probo, ma spesso noioso: il volontarismo della tesi impaccia a volte anche l'energia, la forza melodrammatica e l'efficacia demagogica dello stile di Oliver Stone. Sono belli il personaggio disperato del sergente americano Tommy Lee Jones, il paesaggio rurale asiatico (è la Thailandia), alcuni momenti: la madre che supplica umiliata il padrone di non licenziare la figlia incinta, la caduta di Saigon e la fuga degli americani, il suicidio del sergente che si spara in bocca stando seduto nudo dentro un furgone. La debuttante Hiep Thi Le, vietnamita arrivata profuga in America a nove anni, studentessa ventitreenne dell'Università di California, è la prima eroina di Stone, che sinora non aveva mai scelto una donna come protagonista e per questo ha dedicato il film a sua madre, la francese Jacqueline.