É antica tradizione del paese di Vigata che il Venerdi della Settimana Santa che precede la Pasqua, venga allestita la sacra rappresentazione del "Mortorio", antico dramma della Passione di Gesù. I personaggi della Passione sono scelti tra gli stessi paesani e tra questi quello che ricoprirà il ruolo più odioso, quello di Giuda, sarà interpretato ancora una volta , come ormai è abitudine, dal ragioniere Patò, padre di famiglia conosciuto per la sua condotta integerrima di funzionario della banca della cittadina. Il pezzo forte della rappresentazione è la scena in cui il ragioniere-Giuda, dopo aver tradito Cristo, si suiciderà andando all'Inferno e scomparendo dal palcoscenico tra fiamme e fumo attraverso una apposita botola. Al termine del "Mortorio" però il ragioniere Patò sembra essere sparito nel nulla e inutilmente il delegato di polizia, Ernesto Bellavia e il maresciallo dei Reali Carabinieri, Paolo Giummaro, competono tra loro nella ricerca del Patò-Giuda scomparso. Col passare del tempo incominciano a girare nel paese voci su i motivi della scomparsa e una poesiola apparsa su un muro ipotizza che Patò abbia fatto la stessa fine di Giuda.