Griffin Mill - dirigente di una società cinematografica - passa ore a farsi riassumere "in 25 parole", da innumerevoli soggetti e sceneggiatori, progetti da tradurre in film. Tempestato da minacciosi messaggi (probabilmente dello sceneggiatore David Kahane), egli lo trova in un cinema di periferia, litiga con lui, lo stordisce e finisce con l'affogarlo in pochi centimetri d'acqua sporca. Poi ne circuisce la fidanzata June Gudmundsdottir, e lascia per questa donna la sua segretaria-amante Bonnie, mentre un altro arrivista, Larry Levy, eterno rivale di Griffin, è sempre pronto a carpirgli il posto. Griffin, che ha ucciso un uomo che invece era innocente, continua impavido la propria carriera. Malgrado gli sforzi della detective Susan Avery, la polizia viene beffata (aveva presto sospettato di Mill, ma senza prove certe e con una testimone miope a disposizione aveva archiviato le indagini). Il mondo del cinema continua dettando le sue leggi avide e brutali, dando ai furbi e ai cinici lavoro, potere e quattrini. E nella fabbrica dei sogni - tra rivalità, cattiverie, sesso, violenza e denaro - continuano a circolare negli "studi" soggettisti e sceneggiatori, inclini ad ogni compromesso. Fra di essi, imperterrito ed inquietante, al telefono e con truci messaggi, il malvagio sconosciuto continua a perseguitare Griffin Mill.