Ormai in pensione, il ragioniere Ugo Fantozzi viene additato ai giovani funzionari dal presidente della Ditta, che per tutta la vita lo ha vessato e sbeffeggiato, come il modello di chi non riuscirą mai a far carriera. Fantozzi ha sempre il conforto della tenera e paziente moglie Pina, ma ora vuol dare altre prove di sč. Comincia con la sua scimmiesca nipotina Ughina per farsene il manager nella dura via dei provini cinematografici e gli va male. Continua approfittando della nomina a giudice popolare, ma in un processo contro mafiosi il suo atteggiamento coerente e intrepido non gli procura che guai e rischi (perfino una piovra nel letto). Cacciato in carcere, ne esce ed uno psicanalista, che gli fa confessare angosce e umiliazioni, lo scoraggia dichiarandolo inguaribile. Fantozzi prende quindi lezioni da un giovane teppista e con sconosciuta sfrontatezza riesce a farsi riassumere in Ditta, finendo pero' in carcere per un diluvio di firme - sue, ma ciecamente apposte - su documenti e mandati. Mentre lui č in prigione, Pina scrive sul marito un libro di successo ma, sentendosi ora annegato nel ridicolo, Fantozzi chiede e ottiene il divorzio. Vorrebbe a questo punto sposare la sempre sospirata signorina Silvani, ma la villetta che ha fatto cercare dal geometra Filini (una ex Chiesa sconsacrata, un prefabbricato tirato su in una quasi marrana alla periferia di Roma), crolla addosso a tutti e tre. Non gli resta che cercare la moglie ideale tramite agenzia e computer. E il computer gliela trova nella ex moglie Pina, che arriva al discreto appuntamento sull'Aventino con un garofano rosso in mano giusto nel bel mezzo di una manifestazione di donne socialiste.