Il poliziotto Bob Gold, di origini ebraiche, impegnato nell'indagine su un trafficante di droga di colore, Randolph, sfuggito ad un arresto da parte dell'Fbi, incappa nell'omicidio di una anziana negoziante ebrea. Nonostante il caso Randolph gli venga tolto, continua ad occuparsene, e convince la madre di questi che l'unica via d'uscita per il figlio sia consegnarlo alla polizia. Intanto un sicario tenta di uccidere il figlio dell'ebrea assassinata, Klein, che invita Bob ad occuparsi con maggior professionalità del caso. Egli scopre così che esistono due organizzazioni segrete, una filo nazista e l'altra sionista, che conducono una spietata guerra segreta. Un'improvvisa crisi d'identità scuote il poliziotto, che finisce per farsi coinvolgere al punto da divenire esecutore di un attentato dinamitardo ad un negozio-covo neo-nazista. Il gruppo sionista vuole da Bob una lista di nomi che egli ha consegnato come prova al Comando. Egli si rifiuta però di consegnarla, nonostante venga ricattato con le fotografie della sua azione terroristica. Durante l'agguato a Randolph il collega ed amico Tim Sullivan muore, e Bob, nella smania di vendicarlo, affronta il trafficante senza pistola: ferito due volte, rivela a Randolph che la madre lo ha tradito. Sopravvissuto, Bob ritorna alla Centrale di polizia dove gli comunicano che è stato radiato.