E' la vita del popolo di Napoli, prima, durante e dopo la guerra, vista attraverso la storia d'una famiglia. Il padre è un tramviere, la madre, donna di casa, fa la borsa nera, la figlia l'aiuta e cerca di divertirsi, quando può, il figlio ha poca voglia di lavorare. Durante l'occupazione tedesca il padre viene rastrellato e deportato. Dopo l'arrivo degli alleati la borsa nera prende maggiore sviluppo: la madre, con l'aiuto d'un compare, che le fa la corte, fa quattrini a palate. Anche il figlio fa quattrini con un losco traffico d'auto; la figlia, abbandonata a sè stessa, si diverte coi soldati alleati. Un giorno torna dalla Germania il tramviere: di fronte alla nuova situazione della famiglia si sente disorientato. Quell'insolita, tumultuosa agiatezza lo preoccupa; quando improvvisamente la situazione cambia. Succede un miracolo. La figlia minore, una bimbetta, si ammala gravemente: ci vuole la penicillina, che non si trova neppure alla borsa nera. Quando tutto sembra perduto, la penicillina viene offerta generosamente da un povero ragioniere, che la moglie del tranviere ha inesorabilmente strozzato con la borsa nera. La piccola guarisce: il gesto generoso del ragioniere provoca nella famiglia una benefica crisi morale. Solo il figlio persiste nei suoi loschi traffici e viene arrestato.