Frank Galvin è stato un brillante avvocato, ma per penose circostanze familiari e legali si è dato all'alcool e si è ridotto a non poter più difendere alcuna causa in tribunale; fa solo il "cacciatore di ambulanze", ossia dove succede un incidente cerca di farsi attribuire la causa, perché il cliente sia risarcito dei danni subiti in via pacifica e lui possa ottenere la parcella che gli spetta. Il resto del tempo lo trascorre nei bar o a giocare a flipper. Ma ecco che gli capita un caso importante col quale potrà redimersi come avvocato e far trionfare la giustizia. All'ospedale S. Caterina di Boston, proprietà della archidiocesi, giace in coma profondo e irriversibile Deborah Kaye. A Galvin, che patrocina la causa in nome della sorella di Deborah e del marito, vengono offerti 210.000 dollari, quale risarcimento danni. L'arcivescovo vuol salvare il buon nome dell'ospedale Santa Caterina, tuttavia riconosce che la vita umana non ha prezzo e l'offerta dell'assicurazione gli sembra buona. Un terzo della somma, 70.000 dollari, spetta a Galvin. Galvin, contro il parere dei suoi patrocinati, rifiuta la somma e porta la causa in tribunale, perché sia fatta giustizia e i due medici colpevoli di negligenza, anche se famosi, siano puniti. L'impresa è difficilissima, poiché la compagnia assicuratrice ha come avvocato il celebre Ed Concannon, un principe del foro di Boston, assistito da una formidabile equipe, che fornisce tutte le informazioni e può ricorrere a tutti i cavilli della legge, ma, soprattutto, ha dalla sua parte il giudice Hoyle. Galvin è assistito dal suo anziano professore di università Mickey Morissey, e ha come testimone sicuro il dott. Gruber. Ma quest'ultimo parte per le Antille e si rende irreperibile. Galvin si sente perduto. Inoltre i suoi avversari gli hanno posto alle costole Laura Fischer, una donna piacevole che Galvin ha incontrato a varie riprese in un bar e che sembra riempire la sua vita con un po' di affetto. In realtà è una spia. Anche la testimonianza del dr. Thompson si rivela inutile. A Galvin rimane solo un filo di speranza: rintracciare l'infermiera Kaitlin Costello, che ha accolto all'ospedale S. Caterina la paziente Deborah Kaye e steso la cartella sulla quale ha segnato che la donna aveva mangiato solo da un'ora e quindi non poteva essere anestetizzata, pena la morte. Dopo febbrili ricerche riesce a scoprire che Katlin Costello è maestra d'asilo a New York. La contatta e riesce a convincerla a testimoniare al processo. La donna era stata costretta dall'anestesista, che, stanco per dieci parti difficili, non aveva fatto caso alta cartella di Deborah Kaye, a cambiare l'uno (un'ora) in 9 (nove ore), pena il licenziamento. Kaitlin Costello aveva falsificato la cartella solo dopo aver fatto una fotocopia della cartella originaria, che può esibire alla corte. Ma l'avvocato Ed Concannon invoca la prescrizione del codice che non si accettano come probanti le fotocopie e il giudice Hayle gli dà ragione. Allora Galvin si rivolge direttamente ai giurati e domanda loro di credere in se stessi e alla giustizia che è nei loro cuori. Galvin ha causa vinta. I medici del Santa Caterina sono ritenuti colpevoli e l'ospedale dovrà risarcire i danni.