Jasmin Munchgstettner, una grossa bavarese, piantata dal marito in pieno deserto e ancora lontano da Las Vegas, arriva accaldata e sudata a uno squallido locale - il Bagdad Cafè - dove la birra è finita e la macchina per fare il caffè è in riparazione. Lo gestisce un'afroamericana - Brenda - sempre inviperita con un marito pigro, da poche ore buttato fuori di casa, tre figli, più un nipotino lattante e la pompa da gestire. Jasmin, dopo aver affittato una camera modestissima, scopre che ha preso la valigia del marito. I rapporti tra Jasmin e Brenda sono sulle prime assai burrascosi: la straniera è silenziosa e misteriosa, la negra grintosa e sciattona (e, per di più, la bavarese ha in camera pantaloni, pennello e rasoio). Poi, poco a poco, le cose mutano: Jasmin, donna molto precisa, comincia a metter ordine dappertutto e il caffè - una mezza topaia - appare lindo e accogliente. Brenda finisce con il cedere, anche perché ora il suo locale è sempre pieno di gente che vi sosta volentieri. Ai vecchi habitué (tra i quali Debby, una stravagante ragazza che fa i tatuaggi ai camionisti; Rudi Cox, un anziano ex scenografo del cinema, che si diletta di pittura; uno sceriffo indiano) si aggiungono con maggiore frequenza turisti e camionisti in gran numero. Jasmin infatti, trovata nella valigia del coniuge una scatolona di trucchetti e oggetti da prestigiatore, si è pazientemente addestrata e si produce con successo nel bar. L'armonia regna sovrana, mentre l'anziano Rudi Cox fa alla straniera una serie di ritratti. Ma il permesso di soggiorno di Jasmin viene a scadere e la donna deve, con suo grande dolore, allontanarsi su ordine dello sceriffo. Però tornerà: al Bagdad Cafè lei ha tanti amici che la vedranno ricomparire con il suo cappelluccio in stile bavarese, i bagagli e i giochetti di magia. La gioia è generale: Brenda si riprende in casa il marito e Rudi Cox chiede a Jasmin di sposarlo per consentirle di rimanere al Bagdad Cafè.