Totò, commesso in un negozio di stoffe, esasperato dalle mille proibizioni di una moglie invadente e bisbetica, cerca rifugio nella solitaria soffitta, dove la notte può fumare in pace il suo sigaro e leggere i romanzi gialli, che l'appassionano. Durante una di queste casalinghe vacanze, Totò rievoca episodi della sua vita e dell'altrui, che tutti valgono a confermare le sue teorie di misogino convinto: le donne sono le prime nemiche dell'uomo, sono fronte per lui d'infiniti danni, d'insoffribili seccature. Il ricordo di un suo fidanzamento interrotto lo porta ad immaginare quello che avrebbe potuto capitargli durante il viaggio di nozze, date le odierne manie di elezioni di miss, con tutte le relative conseguenze. Il ricordo di una sua avventura con una signora sposata gli richiama alla mente gl'inutili e umilianti sotterfugi, cui l'amante l'obbligava. Anche il comportamento di sua figlia, che dopo aver accalappiato un fidanzato, gl'impone le più ardue prove di pazienza, viene a confermare l'esattezza delle sue teorie. Dopo una violenta lite con la moglie, che l'ha scoperto nel suo rifugio, Totò si separa dalla sua compagna. Egli ne prova gran sollievo; ma nello stesso tempo è costretto a rendersi conto, sia dei propri difetti, sia delle virtù, fin lì ignorate, di sua moglie. L matrimonio della figlia i due coniugi si riconciliano commossi e si riuniscono.