Bruno e Max, due cugini squattrinati, vorrebbero fare gli inventori ma dai loro brevetti non ricavano mai una lira. L'unica speranza che rimane loro è l'anziano zio Giannangelo, proprietario dell'azienda di profumi presso cui lavorano. Lo zio è ricco e dovrebbe lasciare una bella eredità. Ma il vecchio non li può sopportare e ha già deciso di non considerarli affatto nel testamento. Per cercare di cambiare la situazione, i due si travestono da zie, stanno per convincerlo a cambiare, quando una caduta provoca nell'anziano una perdita di memoria. Per riportarlo alla normalità, bisogna che provi forti emozioni. Bruno e Max decidono di rapirlo e di portarlo in Sicilia nei luoghi della sua giovinezza. Quando sono sul posto, vengono arrestati dai carabinieri. A questo punto lo zio riacquista la memoria e vuole tornare a casa. Si va in tribunale. Bruno e Max vengono assolti, mentre ad essere colpevole è la zia Enrica che aveva tramato alle spalle di Giannangelo. Allora lo zio decide di produrre in prima persona le invenzioni dei due scapestrati nipoti.