Romeo + Giulietta di William Shakespeare, diciamolo subito, è un film unico. E, come tutte le cose uniche, genera sentimenti opposti: o lo si ama o lo si detesta senza mezzi termini. Comunque la si pensi, alcune considerazioni oggettive le si possono fare: innanzitutto che, del capolavoro del Bardo inglese, il cinema ha già fatto innumerevoli versioni, quasi tutte dimenticate nel tempo, a parte un “certo”... West Side Story, “filmettino” da 10 Oscar che, in chiave moderna, rivisitò in modo memorabile la storia d’amore tra Romeo e Giulietta ed incastonò la sfida mortale tra Montecchi e Capuleti, trasformati in wasp e portoricani, in un quartieraccio di New York. Baz Luhrmann dimostra un bel po’ di incoscienza, o se volete di astuzia (chi conoscerà quel capolavoro tra le nuove generazioni?, si sarà detto il regista) e sforna un film che ripete l’idea di base di West Side Story, addirittura con imbarazzanti riprese: anche in questo caso le due bande che si scontrano sono latini contro anglosassoni, anche in questo caso la vicenda si svolge in una metropoli (Verona Beach, un mix allucinante tra New York, Los Angeles e Rio!). La trovata di Mr. Baz è un’altra e segue due direzioni opposte: il testo della tragedia di Shakespeare viene mantenuto intatto, ma la messa in scena viene “caricata” oltre l’inverosimile. Tra il fumetto, la tragedia e il grottesco, personaggi decisamente sopra le righe si avvicendano sulla scena che ben conosciamo, affidata ad una regia un po’ “barocca”. La storia d’amore tra Romeo (Leonardo Di Caprio) e Giulietta (Claire Danes) deve fare i conti con le rivalità e gli odi razziali, che oppongono le due famiglie rivali (riconoscibili da targhe personalizzate sulle auto ed impugnature d’avorio delle pistole). A mettere i bastoni fra le ruote sono, ovviamente, i boss delle due bande: Ted Montague (cioè Montecchi, interpretato da Brian Dennehy) e Fulgencio Capulet (cioè Capuleti, interpretato da Paul Sorvino). Il film convince per qualche soluzione estetica (l’incipit del telegiornale, di cui vi parliamo nella scena da ricordare, è eccezionale), ma alla fine risulta un bel polpettone super-post-post-moderno, qualcosa da masticare in home video al sabato sera e poi cacciare fuori dai neuroni. Il DVD offre semplicemente un trailer cinematografico, mentre il fronte linguistico è mantenuto all’osso.