In un villaggio della Corsica è in uso un gioco chiamato: 'il gioco della legge'. Si tratta di questo: nella bettola, davanti ad un boccale, si sceglie un capo, il quale, finché il vino non è consumato, ha il diritto di dire agli altri le più scottanti verità o malignità sul loro conto. Chi è preso di mira non ha il diritto di protestare. Analogamente in paese vige, al di sopra dell'autorità costituita, una legge cui tutti si sottomettono senza potervi sfuggire. Chi fa la legge è un vecchio signorotto, Don Cesare, che vive in un ampia casa circondato da uno sciame di donne. E' tra queste Marietta, figlia e nipote di servitori di Don Cesare. E' una ragazza giovanissima, energica, sensuale, prepotente, che s'innamora di un giovane agronomo, venuto dal continente, e per poterlo sposare ruba a un turista il portafoglio con cinquecentomila franchi. Un altro prepotente che vuole lui pure fare la legge, Matteo Brigante, cerca invano di sedurre Marietta e questa, per vendicarsi, lo sfregia e gli infila in tasca, vuoto, il portafoglio rubato, cosicché Matteo Brigante è accusato di furto. Mentre vuole comandare su gli altri, Matteo non riesce a far la legge in casa propria. Suo figlio Francesco s'innamora di Donna Lucrezia, la moglie del giudice: il padre fa in modo che la relazione sia troncata ma non può impedire che il figlio se ne vada di casa e che la donna finisca per uccidersi. Intanto per il vecchio Don Cesare s'avvicina la fine, ma prima di morire, egli scagiona Matteo Brigante, obbliga Marietta a restituire il denaro rubato e la nomina sua erede universale. Ella potrà quindi sposare l'agronomo.