Il suo crimine: l'anticonformismo. La sua condanna: i lavori forzati. Paul Newman interpreta uno dei suoi ruoli preferiti in NICK MANO FREDDA, quello del detenuto solitario che non riesce o non può sottostare alle regole arbitrarie del penitenziario. Vengono alla mente altre interpretazioni di Newman: Luke è Lo spaccone senza voglia di vincere, Harper senza moralità, Hud senza un padre da sconfiggere. "Dai a un attore un buon copione e lui ti solleverà il mondo", commentò all'epoca Newman, decretando NICK MANO FREDDA la migliore sceneggiatura letta negli ultimi anni. "Luke è disincantato e indifferente, ma non può battere il sistema che disprezza". E c'è una buona ragione se la sceneggiatura risulta così autentica: il co-autore Donn Pearce aveva passato due anni della sua vita ai lavori forzati. Newman è poi brillantemente affiancato da un solido gruppo di caratteristi impegnato a interpretare i ruoli degli altri detenuti, tra cui spicca George Kennedy, premiato con l'Oscar®* per la sua interpretazione di Dragline. Strother Martin è invece il capitano che provoca Newman con la famosa frase "Il guaio qui è la mancanza di comunicatività'". In questo film invece nessun problema. Con il suo profondo senso dell'umorismo e la sua potenza evocativa NICK MANO FREDDA si assicura un successo strepitoso