Tornato dalla Nuova Guinea col gigantesco scheletro di quello che ritiene un uomo primitivo, ma altamente evoluto, il professor Emanuel Hildern scopre che quei resti, cui l'acqua ha il potere di ridare la vita, appartengono in realtà al Genio del Male. Limitato a un dito dello scheletro l'esperimento di rigenerazione. Hildern ne isola i globuli sanguigni, cui attribuisce il potere di trasmettere la malvagità agli umani, ne ricava un siero per annullarne gli effetti e lo inietta nelle vene della figlia Penelope, che teme possa impazzire come la sua defunta genitrice. Purtroppo, anziché immunizzarla, il siero provoca l'effetto opposto, scatenando in Penelope una furia omicida, che la condurrà, alla fine, nel manicomio di James Hildern, fratello di Emanuel. Invidioso del congiunto, che sperava di raggiungere la fama con il suo siero contro il Male, James, che sta conducendo ricerche sui malati di mente, gli sottrae lo scheletro, ma incappa in un furioso temporale, durante il quale, gli sottrae lo scheletro, ma incappa in un furioso temporale, durante il quale il mostro si rigenera completamente. Mentre il Genio del Male va per il mondo, Emanuel, che si ostina a credere nella sua teoria per combatterlo, raggiunge, Penelope in manicomio.