Nel 1862 Anna Leonowens, insegnante inglese da poco vedova, arriva nel Siam insieme al figlio adolescente. A Bangkok ha accettato di fare da precettrice ai 58 figli di re Mongkut, alla moglie ufficiale, alle concubine. Anna sa ben poco del sovrano siamese tranne che il suo popolo lo venera come un dio. Essere ammessi alla sua presenza e rivolgergli la parola sono azioni sottoposte ad una ritualità rigida e immutabile. Convinta dell'arretratezza di quel modo barbaro di vivere, Anna vuole mettere in campo la propria superiorità, fino a quando non si rende conto che anche il re la ricambia con le stesse sensazioni. Ma anche quando le incomprensioni e i contrasti assumono toni forti, nessuno dei due sente di voler interrompere l'incontro. Arriva la festa per l'anniversario di Mongkut e Anna si incarica di preparare la tavola e la cena per diplomatici e ospiti d'onore. Poi il re è preso da notizie più preoccupanti: i guerrieri birmani saccheggiano le campagne e la guerra si profila inevitabile. Dopo essere stato costretto a condannare al taglio della testa una concubina che si era ribellata, il re decide di trasferire la famiglia in zona sicura. Anna si unisce, contro il volere di Mongkut. Si accende lo scontro, salta un ponte, i ribelli sono vinti. Rientrati a palazzo, Anna informa il re sulla decisione di tornare in patria. Lui le chiede un ballo finale. Il primogenito li guarda da lontano e dice: "Anna aveva donato la sua luce al Siam".