1948, l’Italia è infiammata da una campagna elettorale che passerà alla storia. Il Partito Comunista, trascinato dal suo leader carismatico Palmiro Togliatti, mette in campo la volontà di governare un Paese che ha contribuito a liberare dalla dittatura. Gli si oppone la Democrazia Cristiana di Alcide De Gasperi che gode dell’appoggio senza riserve della Chiesa cattolica e di una vasta simpatia tra le masse contadine del nord e del sud dell’Italia. Il clamore delle propaganda echeggia tra le divisioni e le ferite ereditate dalla guerra civile mentre non si è ancora concluso il rientro dei prigionieri italiani che le campagne militari del regime hanno sparpagliato in 4 continenti. E’ in quei primi mesi dell’anno 1948 che alcuni reduci dai campi di concentramento dell’Unione Sovietica apprendono una notizia che li indigna: Edoardo D’Onofrio, deputato alla Costituente nei seggi del PCI, sta per essere eletto senatore di diritto della Repubblica italiana nelle imminenti elezioni politiche di aprile. D’Onofrio è un comunista rigido dal carattere malinconico che ha sofferto le prigioni fasciste per l’attività politica clandestina. Ha compiuto numerosi viaggi di indottrinamento in Urss dove, durante il secondo conflitto mondiale, ha lavorato a stretto contatto con Togliatti. Ma per i militari dell’ARMIR catturati dai russi durante la guerra, Edoardo D’Onofrio è il responsabile di un gruppo di fuoriusciti italiani che visitavano in veste di commissari politici i campi di prigionia non per alleviare le terribili condizioni di vita dei compatrioti ma, piuttosto, per contribuire all’annientamento psichico di coloro che rifiutavano l’adesione al progetto comunista sovietico. A ciò si aggiunge il fatto che di decine di migliaia di prigionieri italiani non sono mai pervenute notizie certe. I reduci decidono di porre sotto gli occhi di una distratta opinione pubblica un opuscolo dal titolo ‘Russia’ attraverso il quale raccontano il ruolo di D’Onofrio e degli altri fuoriusciti italiani durante la prigionia. Il senatore del PCI sporge querela per diffamazione a mezzo stampa e trascina in tribunale autori e redattori dell’opuscolo. 1949, REDUCI ALLA SBARRA – IL CASO D’ONOFRIO ricostruisce sulla base dei documenti ufficiali il processo intentato dal senatore D’Onofrio contro gli ex prigionieri e concluso da una sentenza sorprendente che trasformò il querelante in accusato. Il film si snoda sui ricordi ancora molto vivi di 3 alpini e un indimenticabile cappellano militare reduci dalla prigionia in Russia che ebbero contatto con il premeditato cinismo di Edoardo D’Onofrio, proponendo una pagina poco nota della nostra storia recente.