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L’ingresso delle forze americane in Manila, nel Febbraio del 1945, segnò il culmine della campagna di liberazione delle Filippine. Era prevista poca o nessuna resistenza da parte delle truppe d’occupazione giapponesi, giacché il loro comandante in capo, generale Yamashita, aveva acconsentito a considerare Manila città aperta. Ma le speranze dell’armata liberatrice e dei suoi tanto provati alleati filippini furono crudelmente deluse: 16000 marines giapponesi, convinti che, se fossero stati catturati, sarebbero stati passati per le armi, disobbedirono agli ordini di Yamashita trincerandosi dentro le secolari mura della città di Intramuros. Rimosse dalle loro navi le più grosse artiglierie, le piazzarono dietro le solide muraglie dell’antico forte spagnolo e, consci che sarebbero stati comunque sconfitti, giurarono di soccombere facendo pagare il più alto prezzo di sangue al nemico. Intrappolati con loro, tra i bastioni di Intramuros, rimasero 20000 civili filippini, di cui molte migliaia perirono nelle successive tragiche giornate. Scatenato degli americani, è il più potente cannoneggiamento della storia dell’artiglieria quello qui raccontato.