Giulio Sacchi, un giovane disoccupato, senza famiglia, senza voglia di lavorare, facile ad usare il mitra, lascia una banda di malviventi e organizza il rapimento di una ragazza (Marilù) figlia del ricchissimo commendator Porrino. Trova due giovani complici in Vittorio e Carmine. Dopo una sequela allucinante di omicidi, Marilù è rapita. Interviene la polizia. Il commissario Walter Grassi si convince che il rapitore di Marilù è un folle omicida e consiglia il comm. Porrino di non pagare il mezzo miliardo per il riscatto perché la figlia sarebbe ugualmente uccisa. Intanto la sequela delle uccisioni prosegue. Giulio elimina anche l'amante Iole perché sa troppo. Alla fine il riscatto è pagato. Marilù viene eliminata da Giulio che ucciderà anche i due complici. Giulio Sacchi è arrestato, ma non essendovi, secondo il magistrato, indizi sufficienti, viene liberato dal carcere preventivo. Allora il commissario Grassi, ormai dimessosi dalla polizia, convinto della colpevolezza di Giulio Sacchi, lo ricerca e lo uccide. Sospeso dal servizio per i suoi metodi poco ortodossi - ha freddato due evasi, al momento della loro cattura - il commissario Giorgio Caneparo decide di vendicare, agendo in proprio, la morte di un collega assassinato perché in procinto di scoprire una temuta banda di rapinatori. Riuscito a introdursi nel mondo della malavita, partecipa, come autista, a un sanguinoso colpo in banca organizzato da un uomo che si fa chiamare Padulo. Condotti i malviventi dopo una spericolata corsa per le vie di Milano nella sede stessa della Questura, Caneparo - sapendo che le gesta della banda facevano parte di un piano eversivo, mirante a favorire, seminando morte e paura, l'avvento di un regime autoritario - scopre che il presunto Padulo è, in realtà, un editore fascista di Bergamo che agisce a sua volta, per conto di qualcuno che si tiene nell'ombra. Con uno stratagemma, Caneparo riesce a dare un volto anche a quest'ultimo - si tratta addirittura di un alto funzionario di polizia - e, dopo aver respinto un suo invito a entrare nell'"organizzazione" eversiva, lo uccide. Proveniente da Milano e con la fama di duro oltre che di sagace inquirente, il commissario Mauri Dario si trova immediatamente alle prese con un colpo effettuato nelle cassette di sicurezza di una banca di Napoli. Coadiuvato dal maresciallo Capece Nicola, il milanese si butta a testa bassa contro la mala locale capeggiata da Domenico Laurenzi, imprendibile anguilla, difesa costantemente con successo dall'avvocato Cerullo. I due poliziotti, inclini a interpretare il caso come una questione di furto di gioielli, vengono indotti a fiutare la realtà dai disegni di Luisa, una bambina ospite-prigioniera del Laurenzi tra l'altro colpevole dell'assassinio della madre della piccola. Solo dopo il succedersi di diverse stragi e dopo avere rischiata la propria vita, Dario e Nicola scoprono che il boss partenopeo è stato tradito da un suo dipendente che gli ha sottratto una grossa quantità di droga e lo ha messo nell'impossibilità di far fronte a impegni presi con briganti internazionali. Delinquenti francesi e mafiosi nostrani irretiscono modelle e studentesse, le drogano, le violentano, poi, ricattandole con foto scottanti, le avviano alla prostituzione. Contro l'infame traffico combattono il commissario Moretti e un misterioso "giustiziere" notturno dalla pistola infallibile, le cui "esecuzioni" provocano una sanguinosa lotta tra il clan dei francesi e i mafiosi. In realtà, Moretti e il "giustiziere" sono la stessa persona. Quando si vedrà scoperto da un collega, il commissario tenterà di eliminare il pericoloso testimone, ma sarà lui, invece, ad essere colpito a morte.