Un samurai sconosciuto arriva in un paese insanguinato dalla lotta tra due bande rivali e vende i suoi servizi, alternativamente, ora all’uno ora all’altro dei due contendenti, fino alla distruzione totale di tutti e al ristabilimento della pace. Kurosawa con questo Yojimbo, noto anche come La guardia del corpo (e infatti Lawrence Kasdan lo omaggiò nella sceneggiatura del film con Kevin Costner) si offre decisamente verso degli scenari western, anche se certamente l’ambientazione rimane quella del Giappone del XVII secolo. Sanjuro, il samurai motore della storia, appare come un personaggio cinico e crudele, pronto solo ad approfittare del caos per farsi pagare dal maggior offerente. Ma in realtà la sfida del samurai alla fine risulterà qualcosa di più dell’iniziale commercio molto redditizio. E proprio quando il samurai si darà da fare per aiutare una giovane donna rapita, e quindi emergerà il suo nascosto animo da vero cavaliere, si ritroverà catturato e torturato da una delle due bande. Solo allora la sua battaglia uscirà fuori dalla logica del commercio, per diventare qualcosa di personale ed assoluto, fino al ristabilimento finale della pace. Il film ebbe in Giappone un enorme successo, con tanto di sequel. Un giovane sceneggiatore italiano, Sergio Corbucci, vide il film e ne restò così affascinato da proporre all’amico regista, Sergio Leone, di farne un vero western. È così che nacque Per un pugno di dollari, con i produttori che non si preoccuparono neppure di andare a chiedere i costi dei diritti del film giapponese, convinti probabilmente che sarebbe stato un prodotto decisamente locale. Invece il film divenne un successo internazionale e lanciò nientemeno che Clint Eastwood.