Giovanna, fatta prigioniera a Compiègne, viene giudicata dal tribunale ecclesiastico, essendo accusata di eresia. Dopo aver resistito a tutte le pressioni morali e alle torture inflittele, viene condannata al rogo e bruciata sulla pubblica piazza il 25 maggio 1431. La folla inferocita assale le guardie, ma la ribellione viene crudelmente repressa.