Valentine, fotomodella e studentessa appena ventitreenne, vive sola a Ginevra. Il fidanzato, tipo geloso ed assillante, a volte le telefona da Londra, dove lavora. Una sera, investito un cane, lei lo riporta ad un magistrato in pensione, cui la bestia è sfuggita. A 65 anni, questi è un solitario, scorbutico e di rare parole, la cui sola attività consiste nello spiare gli abitanti delle villette vicine e nell'intercettare le telefonate, anche le più intime. Ma, sia pure indifferente all'incidente occorso al cane, il giudice ha un po' di interesse per Valentine, la sua ingenuità e simpatia. Uno strano rapporto, fatto comunque di timidezza e discrezione, si instaura fra i due, mentre nelle strade ginevrine un gigantesco manifesto riproduce il volto della ragazza e mentre in città altra gente vive la propria vita quotidiana: tra gli altri la coppia formata da Karin, una bionda che lavora per i Servizi meteorologici ed Auguste, il suo innamorato, che sta per affrontare gli esami per magistrato (abitante vicino a Valentine, che peraltro non conosce). Valentine non ha il coraggio di denunciare alla Polizia il traffico telefonico del giudice che si è autoaccusato e ci sarà un processo (casualmente presieduto da Auguste, divenuto nel frattempo procuratore). Il giudice infine si confida con lei: molti anni prima la moglie lo aveva spudoratamente tradito e lui ne aveva condannato l'amante (arrestato per un altro reato). Da questo la fine della carriera e della tranquillità del giudice, soggetto a rimorsi. Valentine, volendo rivedere colui che dice di amarla, decide di partire per Londra con il traghetto che, per una violenta tempesta, affonda nella Manica. Nella catastrofe solo alcuni sono i superstiti. Fra coloro Valentine ed Auguste: lei, che ha dato con la sua innocenza un filo di speranza al giudice; lui che, dopo aver visto Karin nelle braccia di un focoso ammiratore (come era capitato al giudice stesso), ha appena cominciato il proprio lavoro.