Camillo, organizzatore di troupe per spettacoli di modesta qualità, ha messo sotto contratto Ferruccio Ferri, uno sprovveduto giovane che sa tutto sui cammelli. I due, accompagnati da un autista-factotum e da una grottesca cantante di cui Camillo è innamorato, partono da Carpi con un cammello al seguito e, attraversando la Bassa padana, si dirigono a Milano, dove Ferruccio Ferri sosterrà la prova finale di un quiz televisivo. Durante il percorso egli vince intanto alcuni premi producendosi in sagre paesane. Alla fatidica serata, tuttavia (e ci sono cinquecento milioni in palio) Ferruccio arriva tutto solo e senza il quadrupede, poiché Camillo ha sciolto la poco redditizia compagnia. Però non vincerà: a suo dire i cammelli somali sono daltonici, mentre per l'emittente televisiva sono strabici. Presentato il suo ricorso, Ferruccio se ne torna a casa in treno e sul convoglio una sconosciuta - Anna - che viaggia con i genitori e il fidanzato, di cui vuol liberarsi, convince Ferruccio a fingere di essere non solo il suo amante, ma addirittura il padre del bambino che porta in grembo da alcuni mesi. Il papà rinnega la figlia, la madre le suggerisce di abortire, il fidanzato piagnucola e sarebbe pure disposto ad accollarsi la responsabilità del nascituro, ma Anna non cede. Quando il treno si ferma nella stazione del paesello natìo di Ferruccio una piccola folla entusiasta e vociante lo acclama: Ferruccio ha vinto il ricorso, quei cammelli somali erano davvero daltonici e ora è ricco. Il treno riparte, ma dall'altra parte del binario è scesa Anna che con Ferruccio si allontana dalla folla.