Durante la seconda guerra mondiale, tra i partigiani annidati in una zona montana dell'Europa orientale occupata dai nazisti spicca, su tutti, la giovane Anya, il cui infallibile fucile ha già provocato la morte di una cinquantina di nemici. Quasi simbolo della resistenza, la sua cattura sarebbe, per i tedeschi, di notevole valore propagandistico, per cui affidano il compito di fare prigioniera la donna a uno dei loro più esperti tiratori, il sergente Holmann, fatto venire apposta dal Nord Africa. Riuscito ad avvicinarla il sergente scopre che la ragazza ha il compito di segnalare agli aerei nemici il luogo in cui gettare armi e viveri ai partigiani. Mentre, servendosi di questa informazione, i suoi commilitoni impegnano a battaglia i compagni di Anya, Holmann riesce a catturare la giovane, ma le circostanze lo costringono a tenersi nascosto con lei in una baita. Cessato il pericolo di incappare nei partigiani Holmann si accorge che anche i suoi sono scomparsi, e che il comando si è spostato in altra località. Nei giorni seguenti riscopertisi come esseri umani, il sergente e la sua prigioniera cessano di considerarsi nemici e si ritrovano l'uno tra le braccia dell'altra, quasi dimentichi della guerra. Poi, di nuovo, lontano tra gli alberi, ricominciano a crepitare i fucili. Considerando pericoloso restare nella zona, Holmann e Anya decidono di separarsi, ma si sono appena detti addio che due colpi di fucili, sparati da parti avverse, li uccidono entrambi.