Nell'estate del 1839, in una notte di tempesta nel mare a largo di Cuba, 53 schiavi africani imbarcati sulla nave spagnola "la Amistad" riescono a liberarsi e, guidati da Cinque, assumono il comando con l'intenzione di fare rotta verso l'Africa. Non essendo tuttavia esperti navigatori, si affidano ai due membri dell'equipaggio sopravvissuti e restano vittime di un inganno. Dopo due mesi, una nave americana li cattura al largo del Connecticut, quindi gli africani vengono incarcerati e processati per l'assassinio dell'equipaggio spagnolo. Il processo comincia in sordina, gli abolizionisti Theodore Joadson e Lewis Tappan affidano la difesa degli schiavi al giovane avvocato Roger Baldwin. A poco a poco però, il caso, nel quale entra in gioco il problema della schiavitù, diventa il simbolo della divisione della Nazione. Il Presidente degli Stati Uniti, Martin Van Buren, schiavista convinto, è deciso a sacrificare gli africani per compiacere gli Stati del sud e la regina di Spagna, nella speranza di essere rieletto. Di opinione opposta è l'ex Presidente John Quincy Adams, ora a ritiro, che Roger riesce a convincere a difendere la causa degli africani. Di fronte alla Corte Suprema, Adams pronuncia un appassionato discorso, al termine del quale viene pronunciato un verdetto di assoluzione.