Dopo aver sedotto con la sua corte irresistibile una donna in attesa del fidanzato al ristorante, un giovane che si crede Don Juan De Marco decide di suicidarsi. Lo salva lo psichiatra Jack Mivkler, spacciandosi per il nobile Don Octavio. Interessatosi al caso, riesce a sottrarlo ai farmaci per studiare la sua mitomania: il giovane racconta di essere nato in Messico, da padre di origini italiane, e di aver avuto la prima esperienza con la giovane istitutrice Dona Julia, il cui marito ha sfidato a duello ed ha ucciso il padre di Juan, mentre la madre si è ritirata in convento. Intanto, contagiato dall'ardore vitale del giovane, l'anziano e pingue psichiatra sembra trovare nuovi stimoli nel rapporto con la moglie Marilyn. Ma la nonna del giovane smonta la sua fantasiosa storia: il padre, un ballerino è morto in un incidente d'automobile; la madre è viva. Juan ribatte che la nonna è pazza, e narra a Jack di quando fu amante della sultana Gulbeyaz nell'harem di un emiro, introducendosi nel serraglio in abiti muliebri. Frattanto il collegio medico insiste perché Juan sia sottoposto a terapia farmacologica, anche perché il giudice deve stabilire se rinchiudere o meno il giovane in una casa di cura. Ad aumentare le perplessità di Jack arriva dal Messico la madre del giovane, che è effettivamente una suora.`Poi Juan riprende il suo "racconto": naufragato sull'isola di Eros, ha trovato l'amore della sua vita, Dona Ana, ma alla rivelazione delle sue innumerevoli amanti costei lo ha abbandonato per sempre ed egli ha così deciso di uccidersi. Ma davanti al giudice vien fuori un'altra verità: la madre si è fatta suora dopo la morte del marito cui era infedele, rinchiudendosi in convento in Messico. Juan viene dimesso, ma Jack, ormai completamente affascinato e con un rapporto matrimoniale ristabilito, lo porta con sé in un'isola che sembra stranamente quella dei racconti del suo ex paziente.