Il commentatore televisivo di una grossa rete nazionale di Los Angeles, Howard Beale, stanco e sfiduciato, viene condannato all'eliminazione poichè l'indice di gradimento è sceso di troppo. Tuttavia, prima di congedarsi, senza preavviso ai colleghi e ai superiori, Beale annuncia il proprio suicidio davanti alla telecamera. Scoppia una specie di bomba: Diana Christensen per prima fiuta l'affarone; Frank Hackett l'appoggia; Max Schumacher, amico di Howard, perde il posto per essersi rifiutato di accettare il massacro intellettuale di Beale. In un rivoluzionario giornale-spettacolo, messo insieme cinicamente da Diana, il presentatore diventa l'ascoltatissimo "pazzo profeta dell'etere". Le sue feroci critiche, mentre entusiasmano il pubblico, allarmano i vertici e il presidente della U.B.S., Arthur Jensen, induce il divo a propagandare la sottomissione al sistema. E' un nuovo tracollo dell'organizzazione; ma Jensen non recede dalla linea. Diana, Frank e gli altri responsabili locali decretano la morte di Howard che fanno colpire da un killer nel bel mezzo di una trasmissione.