Candidato al premio Oscar 2015 come miglior film straniero.
Timbuktu, antica capitale ricca di risorse e di cultura, caduta in mano ad arabi integralisti che impongono una lettura estrema dell’Islam, deve sottomettersi alle nuove leggi che vietano la musica, lapidano gli amanti, impongono i guanti alle donne e hanno addirittura proibito l’uso del pallone. Abderrahmane Sissako racconta la tragedia con gli accenti più diversi e costruisce un film corale, con alcuni momenti quasi da commedia, nel quale l’indignazione lascia spazio al divertimento.