Mark Lewis è un giovane cineoperatore londinese, timido e riservato. Di giorno lavora in uno studio cinematografico, ma di notte si trasforma in un serial killer: uccide donne riprendendo la loro agonia con una cinepresa modificata. Il suo rituale macabro è legato a traumi infantili causati dagli esperimenti del padre, ossessionato dagli effetti della paura sul sistema nervoso. Il film esplora il voyeurismo, la sessualità repressa e l’ossessione per l’immagine, anticipando di decenni i temi del cinema horror moderno.