Antonio e Willy, due amici quasi quarantenni, frequentano il bar Antille, il più economico e modesto di Padova. Antonio è stato giocatore professionista di rugby, adesso tira solo i calci piazzati e si fa pagare centomila lire per ogni trasformazione. Non è mai riuscito a trovare un lavoro stabile, e non ha idee precise in proposito. Willy invece faceva il rappresentante di articoli di cancelleria. Gli affari andavano bene, ma poi qualcosa è scattato che gli ha fatto perdere la serenità, la voglia di impegnarsi e, peggio di tutti, anche la moglie Patrizia che lo ha lasciato ma di cui lui è ancora molto innamorato. Vivono di piccoli furti, fino al giorno in cui si presenta loro un'occasione enorme e paradossale. Dopo molte incertezze, il colpo va a buon fine: nottetempo, i due entrano nella Basilica di S. Antonio e si impossessano della teca con la lingua del Santo. La refurtiva è di quelle che scottano, e per i due il difficile arriva adesso. Aspettando proposte per il riscatto, capiscono che da parte delle istituzioni ecclesiastiche non arriverà alcunché. Si sentono depressi, quando arriva la notizia che un industriale veneto, Maritan, è disponibile a pagare una forte somma. Antonio non si sente tranquillo, e in sogno gli appare Sant'Antonio, al quale chiede scusa. All'incontro concordato con Maritan Antonio arriva dopo molti patemi d'animo. Il riscatto viene incassato. Ma al momento di correre verso l'aereo per scappare lontano, Willy si ferma e esorta Antonio ad andare via. Antonio tiene i soldi e parte in aereo. Willy si fa arrestare, ma ora capisce di essere più maturo e di poter guardare con più fiducia al futuro.