In un piccolo paese della Bassa Padana, Don Camillo, il robusto e combattivo parroco, e Peppone, il sindaco comunista, si trovano perennemente in contrasto, ma dopo scontri talvolta violenti, finiscono col mettersi d'accordo, lasciandosi guidare dal buon senso. Mentre i rossi festeggiano, in un comizio, la loro vittoria nelle elezioni, Don Camillo fa suonare a stormo le campane. Ma Peppone si prende la sua rivincita, quando puo' annunciare la prossima costruzione di una magnifica Casa del Popolo. Don Camillo, che non riesce a completare la costruzione del suo ricreatorio, si domanda dove Peppone trovi i denari; ma, ripensandoci, ricorda la storia della cassa d'una divisione militare scomparsa misteriosamente. Messo alle strette, Peppone viene indotto a cedere una parte del bottino. Don Camillo si lascia spesso trasportare dal suo temperamento; ma poi si pente delle sue intemperanze e accetta umilmente i rimproveri che gli vengono dal Crocifisso dell'altar maggiore. Il tempestoso amore d'un giovane comunista per la figlia d'un possidente, benchè abbia lieto fine, fa perdere il controllo di sè a Don Camillo, tanto che il vescovo lo manda un po' in vacanza. Peppone proibisce ai suoi amministrati di salutarlo quando lascia il paese; ma Don Camillo sarà festeggiato alle piu' vicine stazioni della linea dai suoi fedeli e dallo stesso Peppone.