Sepolto nel 1869 da due atterriti ragazzini, un misterioso gioco a dadi, Jumanji viene recuperato dal dodicenne Alan, figlio di Sam Parrish, industriale di scarpe del New England. Lasciato solo dal padre con l'amichetta Sarah Whittle, Alan lancia i dadi e viene risucchiato nella foresta tramite il gioco, mentre la ragazza fugge terrorizzata da uno sciame di pipistrelli. Ventisei anni più tardi, la casa dei Parrish viene acquistata da Nora, zia di Judy e Peter Sheperd, due bimbi rimasti orfani dei genitori, morti durante un viaggio in Canada. Un misterioso rullo di tamburi fa loro scoprire il gioco, ed il lancio dei dadi materializza uno sciame di orrendi vesponi, alcune scimmie dispettose ed un leone. Ma Judy e Peter hanno tirato anche la combinazione di numeri che libera Alan il quale, dopo 26 anni trascorsi nella giungla, ritorna nella sua casa. Chiuso il leone in una stanza, egli cerca invano i genitori, morti, e poi, convinto a finire il gioco dai bimbi, va a cercare Sarah, perché il gioco aspetta la sua mossa per continuare e finché non sarà completato, nulla di quello che gli avventurati giocatori evocano potrà tornare a posto. Dopo esser stata ritenuta pazza per anni, Sarah recalcitra ma alla fine si convince a terminare la partita. Così la casa viene invasa da enormi rampicanti, che tentano di rapire Peter; Alan è perseguitato da un killer-cacciatore; una carica di elefanti e rinoceronti devasta la biblioteca; infine tutti rischiano di affogare in un'inondazione monsonica. Naturalmente i fenomeni del gioco si dilatano, con effetti catastrofici anche nel circondario, con grande sconcerto dell'agente Bentley, finché, completando il percorso e pronunciando la magica parola Jumanji, Alan non ritorna al 1969.