Lucy, parrucchiera diciassettenne di Seattle, insofferente della scombinata e sciatta famiglia d'origine, s'innamora dell'immaturo Sam, operaio precario con velleità musicali. Ne rimane incinta e decide di tenersi il bambino. Nell'impossibilità di provvedere in maniera autonoma al nascituro, soprattutto per mancanza di alloggio, cerca una coppia disposta ad adottarlo, e fa mettere per questo un'inserzione sui giornali. Viene così a contatto con i coniugi Linda e Michael Spector, due facoltosi professionisti, che da tempo tentano inutilmente - e con ogni mezzo - di avere un figlio. Con procedimento tipicamente americano gli Spector la sottopongono a un interrogatorio dettagliatissimo, al fine di garantirsi, per quanto è possibile, circa la sanità fisica e psichica di Lucy, di Sam e dei relativi ascendenti. Nella bella casa degli Spector cominciano subito i preparativi per accogliere il bambino: camera con culla, trine, ninnoli ed ogni comfort, mentre tra Lucy e gli Spector s'instaura un legame affettuoso seppure, d'ambo le parti, istintivamente guardingo. Gli Spector assistono, emozionatissimi al parto di Lucy, e prendono immediatamente in consegna il neonato, che, d'accordo con la ragazza, è già il loro piccolo William. Senonchè l'istinto materno di Lucy prevale. La ragazza cambia idea e decide di tenersi il figlio, che, per lei, è ora il suo piccolo Andry. Con grande delusione dei due Spector, Lucy lascia la clinica e torna col bambino dal suo ragazzo. Ma Sam è stato licenziato, non dispone se non di un sottoscala disordinatissimo e ingombro dei suoi inutili strumenti musicali, dimostrandosi per giunta estremamente impacciato e maldestro col neonato. Lucy prova a bussare alla porta dei suoi scombinati genitori, ricevendone indifferenza e rifiuto. Non le resta che riportare agli Spector il piccolo Andry, il quale nuovamente chiamato William, rende felici i genitori adottivi. A Lucy resta solo un simbolico e malinconico legame col figlio.