Anna Petrovina, vedova di un ufficiale russo e proprietaria di una grande villa, pensa di riunire un gruppo di amici e di vicini e prepara per loro balletti di zingari, la sorpresa di una pianola e fuochi di artificio. Si incontrano così persone tra loro già legate o da parentela o da conoscenza, tutte del ceto borghese, più o meno deluse dalla vita ed eternamente annoiate: tra di esse Platonov Mikhail, Sofia (la nuora di Anna) con il fragile marito Sasha, Glushenko, la timida e giovanissima moglie dello stesso Platonov, un medico sfiduciato ed altri ancora. Tutta la cornice e tutti i conversari appaiono frivoli e forzatamente gai, ma Platonov, che è maestro nel vicino villaggio, ritrova in Sofia la donna, solo pochi anni prima, profondamente amata. Egli si aggrappa ai più toccanti e dolci ricordi, per ravvivare in lei una fiamma che era più che vivida. Ma la sua azione, a cui Sofia non è insensibile, perché anche lei amava l'uomo, finisce con il determinare inquietudini e disordine nell'eterogeneo gruppo degli invitati, venendo con ciò a galla le frustrazioni, i risentimenti e le reazioni di tutti, malgrado la giornata che voleva fornire solo una occasione di spensierata evasione, mentre ora non vi sono che irritazione e lacrime. Platonov tenterà di suicidarsi, lanciandosi disperato nel fiume che lambisce la proprietà, ma il suo corpo non incontra a riva che pochi centimetri di acqua. Dovrà continuare a vivere, nella mediocrità e nella noia, come gli altri, amato però ed accettato dalla trepida sua sposa. Sullo sfondo domina sempre, scettica e sarcastica, Anna, la padrona di casa, che tranquillizza gli ospiti, assicurandoli che "tutto tornerà come prima. E tutto andrà bene". Così le accensioni, i turbamenti e le prese di coscienza si attenueranno di nuovo, fino a spengersi e seppellirsi sotto la eterna, soffocante coltre della delusione e della noia.