Dopo un tentativo di rapina a una tabaccheria, il giovane pregiudicato Claudio Scalise si rifugia nella casa di un'handicappata, Esther, fingendosi tecnico della Sip e quindi, sorpreso dal rientro della madre di costei, sequestra la figlia, che la madre, equivocando, crede che sia stata da lui violentata. La polizia accorre, il commissario cerca di far ragionare il giovane, che tra l'altro è tossicodipendente, e chiede a tutti i costi un giudice. Finalmente il giudice arriva, ma la situazione non si sblocca, anche perché vengono usati i lacrimogeni a sua insaputa e il giovane minaccia ritorsioni sulla ragazza. Dopo un vano tentativo di mediazione del commissario, che capisce di avere a che fare con un disadattato ma non con un mostro, Eshter suggerisce di chiamare Salvadori, uno spregiudicato giornalista per sollecitare la pietà popolare e una riduzione della pena tramite una diretta televisiva. L'uomo arriva col suo cameraman e concorda di tornare la sera per filmare in diretta la resa di Claudio, che nel frattempo finisce per solidarizzare con Esther. Il tentativo di tagliarsi le vene di lei lo spinge ad interessarsi alla vittima che, paralizzata alle gambe per un incidente, sogna un'operazione in Svizzera, che non si può permettere, e nutre un sentimento contrastato per Stefano un assistente ai disabili, mentre Claudio le mostra le foto della sua ragazza, Sonia. Intanto si sono radunati fuori handicappati, borgatari, una folla varia, Stefano e Sonia. Poi giunge Salvadori che inizia la diretta mostrando immagini premontate nel pomeriggio, mescolate abilmente con un'intervista al Ministro e ai familiari di Claudio. Ma dopo l'interruzione pubblicitaria un grave attentato a Milano fa rimandare la diretta. Esasperato, Claudio esce puntando la pistola alla tempia del giornalista che non rivela che l'arma è scarica, ma la sua scelta si rivelerà fatale.