- Un chien andalou (Un cane andaluso) (1929)
Un uomo (Luis Buñuel) affila un rasoio per radersi; una nuvola lunga e sottile taglia il disco della luna; l'uomo col rasoio taglia l'occhio di una donna. Due amanti (Pierre Batcheff e Simone Mareuil) si cercano con la forza della disperazione erotica. La mano di lui si riempie di formiche, il suo volto sanguina dal piacere, ma per raggiungerla deve trascinarsi dietro due asini putrefatti, due preti maristi, alcune zucche e un pianoforte a coda... Girato da Buñuel con una parte del patrimonio di famiglia, insieme con l'amico pittore Salvador Dalì, il film mostra immagini che "escludono ogni ricorso al razionale" e danno libero corso al sogno e all'inconscio. Presentata a Parigi, l'opera aprì ai due autori le porte del gruppo surrealista che vi lesse in filigrana "un assoluto, disperato appello al crimine".
- L'âge d'or (l'età dell'oro) (1930)
Il prologo somiglia a un documentario sugli scorpioni poi, in un tratto di costa impervia, alcuni banditi tentano invano di impedire lo sbarco ad autorità civili e religiose che fondano "Roma imperiale". L'azione si sposta nei dintorni di Parigi dove in una lussuosa villa ha luogo un ricevimento. Tra gli invitati un giovane diplomatico (Gaston Modot) che, tra lo scandalo generale, tenta in ogni modo di accoppiarsi con la figlia dei padroni (Lya Lys). Nell'epilogo il duca di Blangis, personaggio delle "Centoventi giornate di Sodoma" di Sade, ha le sembianze di Gesù. Nato nell'ambito del gruppo surrealista, il film venne contestato da movimenti di destra che assaltarono il cinema e imbrattarono lo schermo. Il decreto prefettizio che ne vietò la proiezione non fu mai revocato e decadde solo dopo cinquant'anni..
- Limite (1931)
Due ragazze e un ragazzo sono intrappolati in una barca in mezzo al mare. Aspettano che per loro arrivi la fine. Essi raccontano la loro vita e le loro vicissitudini, che li hanno portati a salire su quell'imbarcazione. Una tempesta li porta via, distruggendo la barca e le loro vite.