Film Muto con Accompagnamento Musicale Stereo
Victor Sjöström fu un grande pioniere e una delle massime personalità della cinematografia scandinava molto prima dell’avvento di Ingmar Bergman (che nel 1958, per pagare il suo tributo al maestro, lo volle a protagonista de “Il posto delle fragole”). Secondo la tradizione i film svedesi sono percepiti come essenziali e minimalisti, algidi e scarni, coerentemente con le latitudini del paese scandinavo. Sjöström fece emergere in essi un’inedita caratteristica: la capacità di trasferire efficacemente nelle immagini i dilemmi esistenziali dell’essere umano sfruttando la potenza evocativa del paesaggio e alcuni efficaci elementi fantastici.
• In “THE WIND - IL VENTO”, tratto dal romanzo omonimo di Dorothy Scarborough, la giovane Letty viene invitata dal cugino Beverly a stare nel suo ranch. Sul treno che la deve portare nella sua nuova casa, viene adocchiata dal viscido Roddy che le rivela come il posto in cui si sta recando sia noto per essere perennemente soggetto a violente raffiche di vento. A complicare ulteriormente le cose interviene la moglie del cugino, Cora che teme che Letty le porti via il marito. La protagonista, dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio di Roddy, è quindi costretta a sposare Lige pur senza amandolo. Terrorizzata dal vento e dai suoi fantasmi, Letty affronterà le proprie paure fino al colpo di scena finale e liberatorio… mentre il tormento psicologico e fisico del soffiare incessante del vento scava le coscienze!
• In “THE PHANTOM CARRIAGE” (Il carretto fantasma), secondo una leggenda svedese chi muore la mezzanotte di San Silvestro in stato di peccato è costretto a guidare per tutto l’anno il “carretto della morte” che raccoglie le anime dei defunti. David Holm è un falegname alcolizzato, brutale con la moglie, che sogna di essere il carrettiere di questo veicolo sgangherato.
In questa allucinazione si troverà a confrontarsi con la sua coscienza, arrivando così a redimersi dalla propria vita sciagurata e a salvare la moglie dal suicidio.
E’ un film che stupisce per effetti speciali, inquadrature ardite e un uso sapiente dei flashback e che sarà fonte di ispirazione per Bergman.