In un’America sospesa tra guerra e dopoguerra, tra luci accecanti e ombre impenetrabili, nasce una figura enigmatica e seducente: la Dark Lady del cinema noir. Non più la vittima, ma la manipolatrice. Non più l’angelo del focolare, ma l’artefice del destino, il proprio e quello degli uomini che la circondano. “La fiamma del peccato” (1944), “Vertigine” (1944) e “Il postino suona sempre due volte” (1946) incarnano questa svolta radicale nella rappresentazione femminile sul grande schermo. Le tre protagoniste sono volti diversi della stessa icona: affascinanti, ambigue, pericolose. Donne che agiscono e seducono, che confondono morale e desiderio, verità e inganno. La fiamma del peccato (1944) Un agente assicurativo e una femme fatale architettano un omicidio perfetto. Diretto da Billy Wilder, con sceneggiatura di Raymond Chandler, è considerato il noir per eccellenza. Vertigine (1944) Un detective indaga sull’omicidio di una donna affascinante… finché lei riappare. Otto Preminger dirige un noir elegante e psicologico, con una colonna sonora indimenticabile. Il postino suona sempre due volte (1946) Passione, tradimento e omicidio in un diner sperduto. Tay Garnett dirige Lana Turner e John Garfield in un dramma torbido tratto dal romanzo di James M. Cain.