Alle soglie dell'anno Mille, nella raffinata Baghdad, il giovane Ahmed Ibn Fahdlan vive in una posizione sociale di alto rango, ma questi privilegi finiscono quando viene scoperta la sua relazione proibita con una donna. Per punizione viene inviato come ambasciatore in una terra lontana. Mentre è in viaggio con il consigliere e servitore Melchisidek, la carovana si imbatte in un manipolo di guerrieri vichinghi. I due gruppi cercano di fare conoscenza. Melchisidek traduce frasi e parole ma non riesce a far cambiare idea a Ibn: per lui, quei vichinghi sono zotici e non vale perdere tempo ad ascoltare i loro racconti sulle misteriose e terrificanti creature che affliggerebbero il loro paese. Ibn quindi vorrebbe ripartire, quando interviene all'improvviso una vecchia indovina che lancia un ammonimento: tredici guerrieri dovranno essere utilizzati per sconfiggere il nemico che perseguita il popolo vichingo, ma il tredicesimo dovrà essere uno straniero di stirpe diversa. Subito individuato come la persona adatta, Ibn viene costretto ad unirsi agli altri per il lungo e difficile viaggio. Guidato da Buliwyf, il gruppo arriva nella nordica terra dei guerrieri, governata dall'anziano re Hrothgar. Ma qui Ibn capisce che il sovrano, la giovane regina Weilew e il perfido principe Wigliff non sono stati in grado di arginare la furia dei loro nemici. Allora i vichinghi si vedono costretti ad ingaggiare ulteriori e terribili scontri. Solo dopo l'ultima, decisiva battaglia, i vichinghi possono dire di aver raggiunto il loro obiettivo. Adesso Ibn può imbarcarsi per tornare nelle proprie terre. Il saluto con i suoi compagni d'avventura è intenso e caloroso.