Il "progressista" Don Franco e il "conservatore" Don Ciccio, sacerdoti in due diverse parrocchie di un paesino siciliano, sono, in realtà, buoni parroci entrambi, anche se li divide una totale diversità di atteggiamento nei confronti dei comunisti: inflessibile quello di Don Ciccio, più accortamente pastorale quello di Don Franco. In occasione di uno sciopero e conseguente blocco stradale, Don Franco viene accusato dai maggiorenti del luogo - tra i quali uno speculatore edilizio, da lui attivamente contrastato - di essersi schierato con i comunisti, per cui qualcuno ha scritto al Vescovo, chiedendogli di intervenire. Don Franco, convinto che a denunciarlo sia stato Don Ciccio - in occasione di un'importante partita fra le due squadre parrocchiali - scende personalmente in campo, subito imitato dal confratello, e in un diretto confronto con lui porta la propria squadra alla vittoria. Ma Don Franco ha sbagliato a sospettare di Don Ciccio: non solo questi non l'ha denunciato, ma ha chiesto al Vescovo di lasciarlo al suo posto. Chiarito l'equivoco, i due parroci si esprimono con effusione reciproci sentimenti di stima, anche se presumibilmente le loro piccole beghe continueranno a rendere meno monotona la vita del piccolo paese.