Il film è una parabola storica. Si apre con una scena di iniziazione quasi a preparare lo spettatore al clima misterioso in cui dovrà vivere per circa due ore. La tripartizione della vicenda è chiara. La prima parte è come un prologo ove agisce da protagonista un uomo denudato, seguito da un relitto umano: un nanerottolo senza gambe e senza dita. L'uomo fa la parte di un "povero cristo". E' in croce all'inizio e porta poi la sua croce, mentre attorno a lui si agita tutta una società gaudente e militarista, oltre a un mondo di fantasmagorie, e tutti hanno in comune quale mezzo usuale, l'oppressione umana piu' selvaggia e la dissacrazione. Basta ricordare la processione dei soldati con pecore scuoiate confitte su croci, i balli di soldati e civili nel cortile d'una chiesa, il messale che brulica di vermi, la scena del vescovo a letto con un crocifisso; il magazzino con crocifissi di gesso; mentre ricchi turisti stranieri fotografano le varie scene. Al di là delle sequenze violente e delle immagini apocalittiche, è abbastanza chiaro l'intento del regista di rappresentare la situazione disumana di un continente, l'America latina, oppressa e sfruttata dal capitalismo nord-americano, dalla prepotenza dei regimi militari, sostenuti ambedue dalla religione. Sul continente pesa anche una storia di violenze. Basta ricordare la scena dei "conquistadores" spagnoli, violentemente rappresentati in una scena al circo dall'arrivo di tre caravelle crociate, simboleggiati da camaleonti e ranocchi rivestiti di corazze crociate o di sai frateschi e dall'assalto alle torri Maia, con le colate di sangue che le inondano, prima della loro completa distruzione. L'accenno è fin troppo palese a una religione che sostiene e benedice la violenza. Intanto il "povero cristo", a cui si sono accodate delle ragazze piuttosto procaci, fa piazza pulita dei crocifissi di gesso, scaccia a colpi di staffile i grassi commercianti. Sembra voglia purificare la religione, ma fondamentalmente rimane un personaggio ambiguo, che al termine della prima parte sale su un'altissima torre, mentre ha spedito in cielo, con grappoli di palloncini multicolori, il crocifisso che portava. Nell'altissima torre c'è un alchimista che trasforma le feci del nuovo venuto in oro: l'oro non è altro che sterco; sei tu, afferma l'alchimista, che devi cambiarti in oro. Rompendo una pietra gli insegna come crearsi un'anima, e viene iniziato al sapere (bastone) all'osare (spada) al volere (vaso sacro) al tacere (medaglia con stella di David). Per compiere questa alchimia umana avrà altri collaboratori. Inizia cosi' la seconda parte del film che si protrae nella vicenda di sette personaggi, i quali sintetizzano il potere oppressivo economico-politico militare della società del benessere. Inutile soffermarsi su ognuno di essi, basta rilevare che hanno in comune la depravazione sessuale, l'abuso del potere, le aberrazioni del consumismo, il condizionamento violento degli uomini per ridurli a macchine, a "robots". Ognuno dei sette ha un diverso segno zodiacale, quasi che forze misteriose cosmiche agissero nella loro sopraffazione disumana. L'accesa violenza e il sarcasmo nella denuncia del mondo consumistico non puo' sfuggire ad alcuno. In questo mondo degradato, di cui le stesse bestie si vergognerebbero, l'uomo non puo' vivere senza sentirsi oppresso dallo schifo di un cumulo ineguagliabile di lordure. Si inizia cosi' la terza parte. Ai sette si unisce il "povero cristo" della prima parte, e maestro dei riti di purificazione è l'alchimista. La prima condizione è la rinuncia al denaro, anche se è solo un biglietto di banca rubato, com'è per il "povero cristo". Tutto viene incenerito in un rogo, nel quale bruciano anche gli io egoistici degli iniziati, rappresentati da altrettanti manichini. Solo cosi' puo' iniziare il viaggio verso la montagna sacra dove vivono i nove saggi che hanno scoperto il segreto dell'immortalità. Altre purificazioni, specie del subconscio, avvengono; altre tentazioni come quelle del Pantheon consumistico, devono essere superate, per giungere alla cima della Montagna sacra e diventare immortali. Intanto il "povero cristo" lascia l'impresa, su consiglio del Maestro alchimista, e ritorna alla vita ordinaria con una ragazza che, accompagnata da una scimmia, ha seguito la comitiva fin quasi alla vetta della Montagna. Realizzeranno la loro vita nell'amore. Gli altri viandanti giungono in vista dei nove saggi, assisi attorno a un tavolo rotondo. Quando li assaltano si accorgono, che sono nove fantocci. L'immortalità è impossibile. Il film si conclude con l'invito a ritornare tutti, dopo l'esperienza purificatrice, a realizzare la propria esistenza nelle attività della vita di ogni giorno.