Tra i poveri pescatori dell'arcipelago, Squarciò, che pratica abusivamente la pesca con bombe esplosive, è l'unico che goda di una certa agiatezza. Il maresciallo, vecchio amico di Squarciò, benché conosca la sua illecita attività, non può fare niente per impedirla, perché non è mai riuscito a coglierlo in fallo. Diana, la figliola di Squarciò, è innamorata di un giovane che l'ha sedotta. Questi, essendo disoccupato, ruba l'esplosivo per conto di Squarciò, ma scoperto dal maresciallo per fuggire cade e viene ucciso dallo scoppio della miscela. Il maresciallo si dimette; il collega che lo sostituisce dispone di un motoscafo con il quale può esercitare una sorveglianza più efficace sull'attività dei pescatori. Per rendere vana tale sorveglianza Squarciò si procura un motore più veloce per la sua barca. Gli altri pescatori per salvaguardare i propri interessi, intendono costituire una cooperativa, ma Squarciò non vuole farne parte e non è contento che Diana si lasci corteggiare dal figlio di Salvatore, un suo vecchio amico che sarà il capo della cooperativa. Una mattina Squarciò, mentre è intento alla pesca abusiva vede avvicinarsi il motoscafo del maresciallo che sta per coglierlo in flagrante. Vistosi perduto, per sottrarsi al rigore della legge fa affondare la barca. Ora non può più pescare al largo e fa quindi esplodere le sue bombe presso la riva, suscitando l'indignazione degli altri pescatori. Costretto a farsi prestare del denaro per acquistare una vecchia barca, da solo, con grave rischio, riesce a ripescare il suo motore affondato. Può quindi ritornare al largo ma si rende conto che i suoi figli, che l'hanno sempre seguito, pur senza esprimere il loro pensiero, tacitamente lo disapprovano. Squarciò ne è addolorato e mentre prepara una bomba, ha fisso in mente il pensiero dei suoi ragazzi. Per una sua disattenzione l'ordigno esplode e lo uccide sotto gli occhi dei figli.